Fumo e danno parodontale: tabacco fa perdere gli elementi dentari
L’associazione tra fumo e malattia parodontale è nota da tempo. I primi resoconti nella letteratura scientifica specialistica comparvero addirittura alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso e in pochi decenni hanno trovato conferma in studi epidemiologici di larga scala.
Oggi il fumo viene considerato il fattore di rischio parodontale modificabile più importante dopo la placca batterica.
La perturbazione del microbiota orale, la soppressione delle reazioni immunitarie locali, l’azione proinfiammatoria, la vasocostrizione e l’alterazione del metabolismo e dei processi riparativi tessutali sono i principali meccanismi attraverso i quali la nicotina e altre sostanze derivate dalla combustione del tabacco determinano le modificazioni flogistiche e degenerative tipiche della parodontopatia cronica: recessione gengivale, perdita di attacco connettivale, formazione di tasche parodontali profonde, coinvolgimento delle forcazioni, riassorbimento alveolare, fino alla mobilizzazione ed eventualmente alla perdita precoce degli elementi dentari interessati.